Profilo
dell'ARTISTA
Si fa presto a innamorarsi delle figure femminili di Daria Petrilli. Surreali ed eteree, hanno dita affusolate alla maniera del Bronzino. Sono creature fantastiche, ali e piume. Avvolte in abiti di conchiglie e fiori. Ritratte in scene con animali e piante, si fondono con la natura, in una metamorfosi che le assurge al divino.
Dame con abiti novecenteschi, bellezze vittoriane che stanno immobili, come pietrificate. Donne che si muovono in ambientazioni oniriche, in spazi senza tempo. Figure femminili sole e algide, che raccontano storie di solitudini. Lo sguardo è altrove, ma quando alzano gli occhi, trafiggono. Talvolta si sdoppiano, in un gioco di specchi che svela la relazione muta fra due donne. L’intimità è celata e protetta dal tripudio dello sfondo.
Tante le donne di Daria Petrilli, una per ogni sogno/passione ed una per ogni ossessione. Le sue protagoniste, magnetiche, invitano oltre lo specchio, ad oltrepassare la soglia che separa il sogno dalla realtà.
Daria, sola, davanti alla tela, disegna il suo immaginifico.
Le sue signore, come i putti di Raffaello, hanno dimestichezza con docili pennuti. Tali animaletti, però, sono diversi dagli “uccelli del paradiso” perché messaggeri di ossessioni primordiali. Così flamingo e pappagalli, pettirossi, oche in stormi e alcioni impettiti che, se non sono degni del giardino dell’Eden almeno valgono il purgatorio; paiono essere in grado di sublimare i limiti che la tecnica impone all’immaginario dell’autrice. Illustrazioni digitali, tecnica che rielabora le immagini. Figurativo, come risultato finale, che evoca l’arte classica, pur attingendo a una produzione digitale.

Daria Petrilli è volutamente provocatoria: «Rimaneggio fotografie con interventi di digital painting, creo un collage… un tripudio di Photoshop! Avrei potuto usare anche strumenti tradizionali, ma queste illustrazioni sono nate per un divertimento personale e le ho realizzate senza i veti di una committenza e nel modo più immediato. Spero di produrne ancora, se non sarò troppo spesso interrotta da quello che c’è al di fuori dello schermo del mio Mac!».
Le opere di Daria trapassano i confini, tra realtà ed immaginazione, con un linguaggio elegante e sublime, che gioca sul “file rouge” dell’ambiguità. È un’artista immersa nell’incanto del Rinascimento italiano e nel linguaggio underground del Pop Surrealismo.